Tic Tac Tac Tic

Tic Tac Tac Tic

In un mondo in bianco e nero un buffo omino ha costruito in un grande muro il meccanismo del tempo che è scandito da un monotono tic tac. E tutto si muove rispettando quell’inesorabile tic tac… ci sono anche i due guardiani Molla e Martello che vigilano sullo scorrere preciso del tempo.

Il mondo in bianco e nero però è sempre più triste: tutti corrono indaffarati, i vecchi soffrono la solitudine e i genitori passano il loro tempo incollati ad uno schermo.

L’omino, visto come tutto si svolge, è insoddisfatto della sua invenzione e cerca, con continui calcoli matematici, di trovare una nuova formula capace di modificare qualcosa nel tempo… anche se detto tra noi, neanche lui sa bene cosa. E infatti i suoi tentativi si rivelano vani e mentre è impegnato in uno dei suoi calcoli fa un incontro che gli cambierà la vita: una bambina, si, proprio una bambina la cui mamma non ha mai tempo per lei così che, in un impeto di rabbia, stacca le lancette dell’orologio del mondo in bianco e nero.

Improvvisamente dal muro meccanismo si stacca una parte e Orologio si anima di vita propria facendo deragliare lo scorrere lineare del tempo.

Bambina e Orologio si intendono benissimo.

Nonostante gli sforzi degli strumenti guardiani Molla e Martello che cercano di mantenere l’ordine, sembra che ora tutto sia possibile: fermare il tempo, tornare indietro nel tempo, accelerarlo rallentarlo… cambiare lo stato delle cose!

L’omino è proprio contento, finalmente il mondo in bianco e nero non è più tanto triste!

Ma le regole sono regole e vanno rispettate! Non a tutti piacciono i cambiamenti… e Molla con Martello riportano l’Orologio al suo status di oggetto inanimato.

Ora sembra che niente sia in grado di riportarlo in vita. Niente tranne…

Il finale dello spettacolo non vogliamo raccontarlo, ma possiamo dire con certezza che il nostro mondo in bianco e nero, metafora dell’oggi, verrà trasformato in un mondo a colori dove i numeri dell’orologio saranno sostituiti con ciò che noi chiamiamo “simboli dell’anima” e dove il tempo sarà scandito non solo da un TIC TAC ma anche da un TAC TIC.

Perché fermarsi, e magari tornare un po’ indietro per guardare la vita da un’altra prospettiva, può essere ciò che fa la differenza.

NOTE DI REGIA

In questi ultimi anni di pandemia, la vita frenetica alla quale eravamo abituati si è improvvisamente arrestata.
Siamo stati costretti a riorganizzare il nostro tempo, scandito insolitamente da ritmi a noi apparentemente sconosciuti. In qualche modo abbiamo posticipato l’idea di futuro obbligati a vivere il presente, facendo i conti con il tempo della nostra interiorità, quello delle emozioni e dei bisogni più profondi, troppo spesso storditi da un quotidiano che tende ad andare sempre troppo veloce.
Ecco che questo drammatico anno diventa per noi un’occasione: riscoprirci padroni dello scorrere del tempo, dedicare tempo a ciò, che per motivi noti a chi fa il nostro mestiere, correva in un susseguirsi di impegni e scadenze.
Ci dovevamo fermare, era arrivato il tempo di prendersi cura del nostro fare.
Per noi ora è il tempo della cura. È il tempo di confrontarci con il concetto di “TEMPO”.
È il tempo di un’importante riflessione sull’oggi che ci invita come non mai alla condivisione.
Ma cosa è il tempo?
È una domanda che racchiude sia la poesia che la profondità di un pensiero che genera inevitabilmente trasformazioni nel nostro modo di vivere, cambiando la percezione che abbiamo del mondo.
Sono queste le premesse da cui prende vita lo spettacolo.
Volevamo parlare del valore del tempo, volevamo confrontarci con ciò che riteniamo essere il suo unico valore, ovvero ciò che facciamo mentre sta passando. E volevamo farlo attraverso uno spettacolo rivolto a tutti, bambini e adulti. Perché spesso è attraverso lo sguardo del bambino che l’adulto si riconosce e perché ancora più spesso senza lo sguardo del bambino, presi dal nostro fare ci dimentichiamo delle cose veramente importanti.
Ruolo fondamentale per la scrittura drammaturgica è quello della componente visiva: il modo più semplice per descrivere il mondo è quello del codice binario, il TIC TAC dello scorrere del tempo o l’alternarsi del bianco e del nero.
Da qui la scelta della costruzione della scena in bianco e nero dal tratto stilistico un po’ frammentato.
Lo abbiamo disegnato in stile grafico su un puzzle di cubi che in scena si modificano, si frantumano e si ricostruiscono in sequenze sempre diverse.
Solo alla fine l’intervento del colore e la composizione di un enorme orologio racconteranno l’incontro tra il tempo meccanico e l’anima personalissima di ogni essere umano.

TECNICHE UTILIZZATE

Il linguaggio utilizzato è quello dell’espressività del corpo, della danza e della clownerie che insieme all’utilizzo di maschere quasi larvali costituiscono un alfabeto di forte impatto emotivo. Non c’è uso di parola. L’elemento sonoro è affidato alla musica.
Note: il lavoro è stato affrontato attraverso la scrittura work in progress; parallelamente allo studio e alla raccolta di materiali, si è utilizzato il metodo dell’improvvisazione per la costruzione scenica; abbiamo “rinunciato” ai supporti tecnologici decidendo di realizzare artigianalmente da noi ogni singolo oggetto, maschera ed elemento scenico.
Spettacolo per bambini e adulti a partire dai 5 anni in su.

Durata: 60 minuti.

 

 

Con: Michela Atzeni, Michela Cogotti Valera, Roberta Locci, Valeria Parisi

Regia e Drammaturgia: Roberta Locci, Valeria Pilia

Autori: Collettivo Actores Alidos: Michela Cogotti Valera, Roberta Locci, Valeria Parisi, Valeria Pilia

Supervisore: Gianfranco Angei

Crediti: Finalista al Concorso Nazionale Premio Nuovo Teatro 2021